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La storia

Nell’anno pastorale 1992-1993 la chiesa di Padova elaborò una serie di riflessioni, incontri, assemblee, celebrazioni: punto finale fu la consegna al vescovo di una Carta Pastorale.

La conclusione del documento era accompagnata da una proposta specifica: “realizzare una missione cittadina in tempi e con modalità da concordare per rinnovare la vita di fede dei credenti, per dare avvio ad una azione pastorale comune e come occasione di annuncio e di dialogo con tutti”.

L’auspicio di una missione cittadina su Padova prese sostanza.

 

Il percorso verso la missione si snodò su versanti molteplici: le parrocchie, la formazione degli animatori evangelizzatori, il dialogo con i mondi vitali cittadini, alcune iniziative culturali e varie proposte di spiritualità. Due inchieste, una riguardante il mondo giovanile e l’altra il comportamento dei cristiani visti allo specchio dell’opinione pubblica, offrirono l’opportunità di un dialogo ampio.

 

La missione si svolse nella quaresima dell’anno 1997.

I 600 missionari incontrarono, nelle due settimane, la città che lavora, la città che studia, quella che soffre, le famiglie nelle loro case. Quindici giorni in missione tra la gente, per dialogare con la città e ascoltarne i bisogni.

 

Il vescovo Antonio Mattiazzo, volgendo uno sguardo retrospettivo, in un discorso fatto con tutti coloro che avevano lavorato per la missione, disse:

"La missione cittadina è stata un «test» importante per verificare la consapevolezza e disponibilità delle parrocchie - presbiteri - laici - religiosi - all’impegno missionario nel nostro tempo e in riferimento alla città.

La proposta della missione cittadina è stata stimolante e provocante. Ha così messo almeno in crisi certe comunità parrocchiali, facendo emergere la difficoltà di trovare contenuti e linguaggi nuovi, situazioni oggettive di stagnazione, lacune nella pastorale, stati d’animo di incertezza, titubanza, rassegnazione e paura, come pure la carenza di una visione d’insieme della pastorale cittadina.

Sono emerse, tuttavia, grazie a Dio, anche le potenzialità e risorse positive della nostra chiesa.

La grazia dello Spirito Santo, la preghiera, la fede, l’amore a Cristo e alla chiesa, la tenacia, il coraggio e la generosità di tanti preti, religiosi e fedeli laici hanno fatto sì che la missione prendesse volto e consistenza, e potesse realizzarsi. Sono immensamente grato a tutte queste persone, che meritano il più sincero apprezzamento e vivo ringraziamento.

L’esperienza della missione cittadina non è da considerarsi come un episodio isolato e un capitolo chiuso. Al contrario, è necessario che le acquisizioni, le novità, le indicazioni, le piste aperte dalla missione cittadina abbiano a costituire un programma pastorale ben pensato e coerente.

La missione cittadina, in questa prospettiva, deve evolvere con grande senso di responsabilità, da parte di tutti, verso l’elaborazione e programmazione di una pastorale cittadina caratterizzata da afflato missionario.

Occorre, dunque, prolungare e sviluppare la missione cittadina nella direzione di una rinnovata pastorale nella città, con la città e per la città."

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